Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono un parere medico. Non sperimentate in autonomia l’uso di queste piante ma rivolgetevi sempre a personale medico.
SOLANO NERO (Solanum nigrum)
Pianta velenosa dai fiori bianchi a cinque petali e dalle bacche nere. Ricca di glicosidi, tannini e saponine, in passato veniva raramente usata per il trattamento del mal di testa, delle vertigini o dei crampi perché molto spesso causava l’ avvelenamento del soggetto.
EDERA (Hedera helix)
Pianta legnosa, sempreverde rampicante con radici aderenti e foglie verde scuro. Possiede piccole quantità di alcaloidi e di saponine. L’ederina è un composto organico contenuto nei semi, è un potente purgante, emolitico ed irritante per le mucose. Anche le foglie fresche sono irritanti per la cute. In passato le foglie secche venivano aggiunte nei preparati medicinali contro la pertosse e la bronchite.
DULCAMARA (Solanum dulcamara)
Il nome del genere probabilmente deriva dal latino “sólor“, io consolo, per le proprietà calmanti e narcotiche, oppure dal latino “sol“, sole, per la forma stellata dei fiori. L’epiteto specifico, derivato da due termini latini “dulcis” e “amarus“, allude al sapore mutevole della pianta, prima amaro, poi dolce. E’ una pianta tossica, le foglie, le bacche e i fusti contengono solanina e dulcamarina, sostanze molto irritanti. Tutti questi elementi della pianta hanno un sapore mutevole: dapprima amari, diventano poi dolci sotto l’effetto dei succhi salivari che decompongono la solanina. Solanum dulcamara venne impiegata per lungo tempo nella cura di dermatiti, eruzioni cutanee, congestione bronchiale, reumatismi, ittero e colite ulcerosa. In eccesso però, è in grado di paralizzare il sistema nervoso, abbassare la temperatura, rallentare il ritmo cardiaco e la respirazione, provoca vertigini e convulsioni con effetti collaterali anche gravi. Per tali ragioni, deve essere utilizzata solo sotto stretto controllo medico. Viene talvolta coltivata per le sue bacche decorative, tossiche per l’uomo, ma gradite dagli uccelli.
CELIDONIA (Chelidonium majus)
Appartiene alla famiglia delle Papaveraceae, è una pianta ramificata, con linfa giallo-arancio e fiori gialli a 4 petali. E’ ricca di alcaloidi, alcuni simili a quelli dell’oppio. In passato veniva usata per le sue proprietà calmanti, antidolorifiche e antispastiche. La droga serviva ad alleviare i crampi e curare le malattie gastro-intestinali. La linfa fresca invece si applicava sulle verruche e serviva da antimicotico e antibatterico.
CARDO DEI LANAIOLI (Dipsacus fullonum)
Fusto alto e spinoso, foglie lanceolate e seghettate che crescono a coppie, fiori violetti a corolla tubolare. Ricca di acidi organici e saponine, questa pianta, era utilissima per contrastare le screpolature della pelle, le malattie cutanee croniche e la tubercolosi. Fin dai tempi antichi veniva usata come strumento per cardare la lana.
BARDANA (Articum lappa)
Pianta dalle foglie cordato-ovate, quelle alla base sono molto grosse, i fiori sono violetti e distribuiti in infiorescenze a ombrella. Nella medicina antica veniva impiegata per depurare il sangue e curare i reumatismi. L’estratto oleoso di questa pianta veniva frizionato sugli arti per contrastare le malattie articolari e muscolari. L’olio di radice di bardana preveniva la forfora e la caduta dei capelli.