Acero campestre (Acer campestre)
E’ una specie tipica dei boschi di pianura e di collina che si spinge fino a 600 metri di quota circa. L’acero campestre (Acer campestre) predilige suoli fertili, freschi e profondi. Spesso lo si trova insieme a frassini, tigli nostrani e ciliegi selvatici con i quali forma boschi misti ricchi di vita che si colorano di rosso, giallo e verde durante i periodi autunnali, prima della caduta delle foglie.

Gli aceri campestri crescono molto lentamente e non raggiungono mai altezze superiori a 10 – 15 m. Un tempo questi alberi svolgevano un ruolo importante in agricoltura perché fungevano da supporto per i filari delle vigne e di altre coltivazioni. Con l’ammodernamento delle pratiche agricole, si è perduta la consuetudine di piantarli nei campi ma rimangono comunque comuni nei boschetti al margine delle coltivazioni.
Il fogliame è fitto, la chioma è ampia e regolare e la scorza è marrone chiaro (più scura negli individui maturi) e tende a fessurarsi con l’età. Le foglie non superano i 10 cm di lunghezza e risultano pertanto di piccole dimensioni rispetto a quelle di altri aceri; sono verde chiare. giallo limone in autunno e hanno un lungo picciolo e una lamina palmata formata da 5 lobi appuntiti. I fiori sono riuniti in infiorescenze a corimbo e presentano 5 petali verdastri. I frutti degli aceri si dicono “samare” e sono costituiti da un seme munito di un’ala membranosa. Questo curioso frutto è estremamente leggero è può essere trasportato dal vento anche a grandi distanze dalla pianta madre.